RWANDA
01.08.2014 12:18
Il Rwanda è un piccolo stato (26.338 km²; 11,689,696 ab.(Luglio 2012); capitale Kigali) dell'Africa Centrale. Esso confina a ovest con la Repubblica Democratica del Congo, a nord con l'Uganda, a est con la Tanzania e a sud con il Burundi. Il Rwanda non ha sbocchi sul mare.
Il Rwanda è uno tra gli Stati poveri del mondo: ha un indice di povertà IPU-1 del 44,5%. Le cause della debolezza economica si trovano nella distanza dal mare, nella dipendenza economica e nella precaria situazione politica. Lo Stato ruandese, nonostante i recenti tentativi di incentivare l'economia migliorando le infrastrutture locali, dipende ancora molto dai finanziamenti esteri di Paesi dell'Unione europea e di enti come il Fondo Africano di Sviluppo, l'ONU e la Banca Mondiale. Tra l’altro, l'elevatissimo peso demografico ha in larga misura vanificato gli sforzi governativi, tesi al miglioramento delle vie di comunicazione e al potenziamento delle strutture produttive di un Paese già gravemente svantaggiato dalla mancanza di sbocchi diretti al mare.
Inoltre, con quasi 12 migliori di abitanti (408 ab./km2), il Rwanda è tra le più elevate densità del continente africano anche a causa della salubrità del clima. Le zone maggiormente urbanizzate sono le alte terre vicino alla catena montuosa occidentale, dove la densità di popolazione raggiunge i 419.8 ab./km², e le regioni vicine al Lago Kivu. Benché modificata dal genocidio del 1994, la dinamica demografica è in aumento, tanto che si prevede che la popolazione raggiunga i 15 milioni di abitanti nel 2025 e i 19 entro il 2050.
Nell’Aprile del 1994, mentre l’attenzione mediatica internazionale era concentrata sui mondiali di calcio negli Stati Uniti, in Rwanda si consumava una delle più grandi tragedie della storia moderna: nel giro di tre mesi, tra il 6 aprile e il 04 luglio 1994, un milione di cittadini appartenenti all’etnia minoritaria Tutsi veniva trucidata dagli estremisti Interahamwe appartenenti alla maggioranza Hutu. Un omicidio ogni dieci secondi avveniva sotto gli occhi indifferenti della comunità internazionale che ignorò le invocazioni d’aiuto del Generale Romeo Dallaire, comandante della missione di pace dell’Onu. La maggior parte degli organi d’informazione preferì riferire di un semplice “scontro tribale tra selvaggi”. Ma la realtà era un’altra, intricata e profonda, e aveva a che vedere principalmente con la complessità dell’eredità post-coloniale.
Attualmente, il Rwanda si sta ricostruendo in ogni settore ma la strada da percorrere è ancora molto lunga.